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Facebook a PICCO: il perchè del più GRANDE CROLLO di sempre

27 Jul, 2018

facebook

Ieri, giovedì 26 luglio, il titolo di Facebook ha PERSO 
il 19% del suo valore in un solo giorno.
Il valore di mercato della società si è RIDOTTO
di circa 120 miliardi di dollari, a seguito dei dati,
deludenti, diffusi mercoledì sulla sua ultima
trimestrale di cassa.
Si tratta del CROLLO più grande di sempre
per un’azienda a Wall Street.
Negli ultimi tre mesi Facebook ha MANCATO
le previsioni di crescita dei ricavi e ha visto 
DIMINUIRE i propri utenti in Europa.
Risultati inattesi che hanno avuto
effetti pesanti sul VALORE del titolo.

Il crollo

C’era da aspettarselo. Mercoledì la società di 
Mark Zuckerberg aveva perso circa il 23%
del proprio valore in Borsa nelle ore
di contrattazione a mercati chiusi.
In un giorno il VALORE di un’azione è passato
da 217,50 dollari a 176 dollari.
Bisogna precisarlo subito: il crollo di ieri
non è quello di un’azienda in crisi. 
Facebook mantiene una capitalizzazione
notevole e superiore ai 503 miliardi di dollari.
Giusto per fare un paragone, dopo lo scandalo
di Cambridge Analytica, lo scorso marzo,
il valore per azione aveva toccato
il valore minimo di circa 152 dollari.

I motivi

Ricavi più bassi rispetto alle attese, utenti che
in Nord America NON AUMENTANO e che,
addirittura, DIMIUISCONO in Europa.
In estrema sintesi, questi sono i motivi
della caduta repentina del titolo a Wall Street.
L’ipotesi è anche che Facebook abbia comunicato
male i suoi ultimi dati finanziari, non riuscendo
a mettere meglio in evidenza i risultati positivi
e nell’offrire una prospettiva sui prossimi traguardi.
Qualche analista ipotizza che l’azienda abbia
appositamente comunicato uno scenario
più pessimistico di quello reale, in modo da
ridurre le aspettative per i prossimi mesi,
che si annunciano molto complicati.

Il futuro

Facebook non corre oggi il rischio di SCOMPARIRE.
La società del più importante SOCIAL NETWORK 
al mondo continua a essere una delle più grandi
e redditizie degli Stati Uniti, ha una base di
oltre 2,5 miliardi di iscritti in tutto il mondo
e relazioni commerciali con ogni tipo di azienda,
iniziando da quelle di pubblicità online.
Il pessimismo degli investitori tuttavia pare
PIU’ RADICATO in questa fase: la sensazione è
che il titolo possa impiegarci un po’ più
di tempo a risalire.
Almeno rispetto al recupero repentino
dopo la vicenda di Cambridge Analytica.

FONTE: YAHOO!

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