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Dal “SECOLO XIX” del 19 Settembre ’09

28 Sep, 2009

TINTA CON DANNI ALLA PELLE COIFFEUR CITATO PER LESIONI

«L’IMPROVVISAZIONE DI CERTI MESTIERI UN TEMPO “CONTINGENTATI” ORA LIBERALIZZATI RISCHIA DI PENALIZZARE UNA CATEGORIA DI GRANDI E SERI PROFESSIONISTI IN CITTÀ» SPIEGA GRAZIELLA SAGLIETTO, DECANA TRA I COIFFEUR IMPERIESI.

IMPERIA. Parrucchieri ai quali, dopo una tinta dalle conseguenze quasi drammatiche, i clienti chiedono risarcimenti di danni in tribunale o addirittura ricorrono ai legali per denunciare l’artigiano per lesioni colpose. Pranoterapeuti e massaggiatori presi di mira per aver causato guai fisici ancora maggiori di quelli patiti dalla clientela prima di sottoporsi alle cure. Estetisti, manicure e pedicure citati davanti al giudice di pace per le conseguenze, le più banali, riportate dopo l’impiego di cerette, limette e taglia unghie. Aumenta la litigiosità nelle aule di palazzo di giustizia a Imperia nei confrionti dei titolari dei “saloni” e crescono le denunce penali contro un popolo sempre più vasto di artigiani che praticano cure estetiche, soprattutto contro coiffeur. «L’improvvisazione di certi mestieri un tempo “contingentati” ora liberalizzati rischia di penalizzare una categoria di grandi professionisti in città» spiega Graziella Saglietto, decana tra i coiffeur imperiesi. A quanto pare basta una partita Iva e pochi requisiti cartacei per esercitare . Peraltro c’è da dire che anche i clienti sono di recente più agguerriti, meno disposti a sopportare anche un minimo danno, nonostante siano spontaneamente ricorsi al risparmio e alla non provata professionalità . Il caso più recente è simile ad altri e riguarda un coiffeur che è stato denunciato per lesioni colpose alla cute dopo una tinta ai capelli, per l’esattezza le “meches”. Una giovane donna non ha esitato dopo l’applicazione a chiedere danni e il riconoscimento di colpevolezza per negligenza, avendo patito una patologia al cuoio capelluto ed essere ricorsa ad un taglio drastico. A quanto pare all’origine del danno fisico ed estetico ci sarebbe l’uso non appropriato dei prodotti chimici schiarenti e la mancata applicazione delle stagnole di protezione della cute. Del caso, come di altri simili se ne stanno occupando i legali ai quali la donna si è rivolta e il sostituito procuratore Filippo Maffeo. Il quale si è anche già occupato di recente delle cure incongrue di un pranoterapeuta il quale oltre all’imposizione delle mani per risolvere una brutta “cervicale” di un cliente, è ricorso all’impiego di una lampada Uv per mantenere in temperatura la parte manipolata. Il malcapitato cliente però sarebbe rimasto esposto per un tempo eccessivamente prolungato ai raggi tanto da procurare ustioni cutanee. A quel punto, nel tentativo di rimediare, il prano avrebbe applicato un panno intriso d’acqua. E infine un altro panno con alcol. Due mosse decisamente maldestre che hanno indotto il malcapitato alla denuncia penale per le ustioni subite. Ma non mancano anche le semplici cause che si aprono per la diffusione di brutte irritazioni cutanee conseguenti l’uso di strisce depilatorie, oppure , come un paio di mesi orsono, quello di una donna che per un mese non ha potuto indossare le scarpe e guidare la sua auto, necessaria per il lavoro, dopo aver subito danni alla cute in seguito ad un’operazione di pedicure. Le associazioni e gli artigiani coiffeur più affermati di Imperia non sembrano aver nulla a che fare con questi episodi, mentre sono nel mirino gli improvvisati del porta a porta o titolari di attività condotte nel proprio domicilio.

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